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dai GIORNALI di OGGI

Imagine Cup: Software e applicazioni embedded per aiutare i Paesi delle aree depresse

Tecnologia contro povertà: i giovani sfidano sottosviluppo, fame e malattie

Serre computerizzate, vaccinazioni e esami cardiaci via sms, giochi per insegnare a rispettare l'ambiente

2009-07-09

Ingegneria Impianti Industriali

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Dalessandro Giacomo

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2009-07-09

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UN MILLUNIUM REPORT 2009

http://imaginecup.com/default.aspx

 

CORRIERE della SERA

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2009-07-09

Imagine Cup: Software e applicazioni embedded per aiutare i Paesi delle aree depresse

Tecnologia contro povertà: i giovani sfidano sottosviluppo, fame e malattie

Serre computerizzate, vaccinazioni e esami cardiaci via sms, giochi per insegnare a rispettare l'ambiente

Dal nostro inviato ALESSANDRO SALA

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UN MILLUNIUM REPORT 2009

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IL CAIRO (Egitto) - Da una parte c’è la gara vera e propria, dove non conta solo l’idea e una grande importanza la assume l'aspetto tecnico del progetto, la possibilità di implementarlo e di tradurlo in un‘applicazione funzionale anche nella vita reale. Dall’altra, l’impegno ad affrontare le sfide più importanti a cui il mondo si trova oggi di fronte, ovvero gli otto "obiettivi del millennio" che le Nazioni Unite si sono date come traguardo da raggiungere entro il 2015 per migliorare la speranza di vita di milioni di persone che vivono nelle aree più depresse del pianeta.

ALL'OMBRA DELLE PIRAMIDI - L’edizione 2009 dell’Imagine Cup, -la principale competizione internazionale di informatica, innovazione tecnologica e creatività che vede impegnati studenti unversitari dei cinque continenti - ha avuto come da copione i suoi trionfatori, premiati nella suggestiva cornice di un palco e di un'arena montati nel deserto, con le piramidi di Giza e i poliziotti a dorso di cammello a fare da coreografia sullo sfondo. Ma come ha sottolineato Joe Wilson, responsabile Microsoft per il comparto Education, nel corso del "World Festival", la cerimonia finale di consegna degli awards, "tutti quelli che sono arrivati fino qui sono da considerare vincitori". Perché sono stati ben 300 mila gli studenti di oltre un centinaio di nazioni che si sono cimentati in una delle tante categorie in cui è ripartita la kermesse e avere raggiunto la finalissima del Cairo è già un ottimo risultato. Ma, anche e soprattutto, perché quello che davvero resterà al di là di coppe, trofei, assegni e bandiere nazionali sventolate con orgoglio come nemmeno alle Olimpiadi, è l’idea di fondo: fare qualcosa per cercare di cambiare il mondo. O, quanto meno, per provarci.

TECNOLOGIA AL POTERE - E' questo il messaggio lanciato proprio a poche ore dall'avvio del G8 dell'Aquila chiamato ad affrontare in parte anche questi temi. Eccoli lì, uno diverso dall’altro per colore, formazione culturale, religione, ma comunque uno a fianco dell’altro, in un tripudio di luci, vessilli nazionali sventolanti e musica techno e chillout sparata a tutto volume, i "ragazzini che salveranno il mondo". Hanno tra i 20 e i 28 anni e un’idea già chiara nella testa: non esistono problemi che sono solo "degli altri", non esiste un terzo mondo diverso da un secondo o da un primo; l'umanità deve progredire insieme e questa battaglia saranno loro a combatterla. Usando la più potente delle armi che l’uomo abbia a disposizione: la tecnologia.

I PROGETTI IN GARA - "Creare software cambia il mondo" è uno degli slogan della manifestazione, riprodotto in tante lingue sulle t-shirt che molti dei "competitors" hanno indossato in questi cinque giorni di sfida e di amicizia. Codici binari contro malattie e denutrizione, programmi che combinano informatica e telefonia per abbattere le barriere naturali che tendono ad isolare le popolazioni e a lasciarle in condizioni di povertà, analfabetismo, sottosviluppo, condizionamento economico dai Paesi ricchi. Ma anche piani di vaccinazione di massa gestiti via sms, rilevazioni cardiologiche a distanza mediante stetoscopi collegati a computer e palmari che utilizzati dalle ong nel cuore di una foresta possono trasmettere i dati a medici specialisti in qualunque città del mondo; applicazioni in grado di gestire alla perfezione i tempi di semina, fertilizzazione e raccolta; database che permettono anche ai contadini di aree sperdute di conoscere le previsioni del tempo e i prezzi di mercato dei prodotti agricoli, per evitare di essere vittime. E ancora, rilevatori gps abbinati a sedie a rotelle motorizzate per consentire ai portatori di handicap di chiedere aiuto ed essere rintracciati immediatamente in caso di bisogno. E videogiochi intelligenti per educare ed insegnare al rispetto e alla salvaguardia dell‘ambiente.

SOLUZIONI VINCENTI - Ed è proprio in questo ambito che si è cimentata anche la squadra che ha rappresentato l’Italia, il team dell’Università di Udine che dopo avere vinto le selezioni nazionali lo scorso maggio a Padova ha portato il suo "PaTa-Track" - una sorta di caccia al tesoro virtuale giocata mediante smartphone con rilevatori gps e mappe caricate in tempo reale da Windows Virtual Earth dove le prove consistono nel riconoscere ambienti e caratteristiche naturali o nel saper come gestire un problema ecologico come la raccolta dei rifiuti - anche all’attenzione della giuria internazionale del Cairo nella più importante delle categorie, quella del software design. Ma l’Imagine Cup è anche una gara e come tale ha i suoi vincitori. Quest’anno il premio principale è andato alla Romania, che ha presentato "UpCity", una piattaforma collaborativa per la risoluzione di problemi che affliggono una comunità in un’ottica di partecipazione collettiva, un po’ sul modello dei social network.

INSETTI AL POSTO DEL PANE - Le altre due categorie di primo piano, quella dell’embedded design (ovvero delle applicazioni abbinate a strumentazioni e apparecchiature in uso nella vita di tutti i giorni) e quella della creazione di videogames hanno invece visto trionfare rispettivamente la Corea del Sud e il Brasile. In particolare, il coreano "Wafree" ha raccolto grandi entusiasmi tra gli altri concorrenti e tra il pubblico che ha visitato lo "showcase" dove tutti i progetti finalisti sono stati esposti: una serra-terrario interamente computerizzata per l'allevamento di insetti che in alcune zone dell’Sud Est asiatico possono costituire un'alternativa alimentare alla denutrizione, soprattutto in aree dai terreni non fertili dove sarebbe difficile avviare coltivazioni di cereali.

OBIETTIVO SVILUPPO - Due infine i progetti premiati per la categoria che, al di là dell’aspetto tecnico, è forse quella socialmente più rilevante: il design for development, ovvero la creazione di soluzioni che siano accessibili anche agli utenti di zone sottosviluppate, senza infrastrutture e con livelli elevati di analfabetismo. In questi casi il software è il ponte tra le società avanzate e quelle rurali e lo strumento di contatto è il telefono cellulare o satellitare. E non è forse un caso che in questa categoria abbiano prevalso un team africano e uno asiatico, più sensibili al tema: gli ugandesi dell’equipe "Development++" hanno studiato un sistema per aiutare i contadini a ricevere via sms informazioni su condizioni meteo, tempi di semina, indicazioni sui raccolti, prezzi di mercato dei prodotti agricoli, per aiutarli a far rendere di più i propri terreni e per non farsi imbrogliare sui prezzi da intermediari e aziende all’ingrosso; gli indiani del team "Trailblazers" hanno invece studiato un software a tecnologia multipoint (diversi mouse collegati allo stesso pc capaci di interagire contemporaneamente, come nei videogame a più giocatori: un accorgimento indispensabile in Paesi poveri dove difficilmente vale il rapporto un pc per ogni utente) per insegnare ai bambini delle scuole come riconoscere la malaria e quali precauzioni adottare per prevenirla o per contenerla.

NEL NOME DI COPERNICO - "Tecnologia e creatività insieme sono insomma in grado di fare la differenza - commenta Amit Mital, vicepresidente dell’Unlimited Potential Group di Microsoft, il dipartimento della compagnia di Redmond deputato a fornire assistenza ai Paesi arretrati o in via di sviluppo -. Entro il 2015 vorremmo che almeno un miliardo di persone possa avere accesso a condizioni di vita, lavoro e salute che per le condizioni ambientali, economiche e sociali dei territori in cui vivono fino ad oggi non erano possibili". Il tema della gara sarà mantenuto invariato anche il prossimo anno. E il testimone per la fase finale è già passato dall’Egitto alla Polonia. "Siamo la terra che ha dato i natali a Copernico - ha spiegato il portavoce del governo polacco intervenuto per l’occasione alla serata finale di Giza -. Lui è stato in passato il simbolo del cambiamento, del salto in avanti della società. Dopo di lui nulla è stato più come prima. Abbiate anche voi il coraggio di cambiare. Se voi vincerete, tutti noi vinceremo".

08 luglio 2009(ultima modifica: 09 luglio 2009)

 

 

 

 

Il software PaTatrack: una caccia al tesoro per insegnare a rispettare l'ambiente

"Gli italiani? Competono con i migliori"

Mauro Minella, responsabile italiano dell'Imagine Cup: alto il livello dei nostri studenti, è come vincere

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IN RETE: lo spazio web dell'Università di Udine dedicato a "PaTa-Track"

Dal nostro inviato ALESSANDRO SALA

 

Il team italiano allo stand del progetto "PaTa-Track" durante lo "Student Showcase" al Cairo

Il team italiano allo stand del progetto "PaTa-Track" durante lo "Student Showcase" al Cairo

IL CAIRO - Willy non ce l’ha fatta. Il simpatico aquilotto scelto come mascotte (e protagonista) del serious game con cui la squadra che rappresentava l’Italia ha affrontato la fase finale del’Imagine Cup 2009, non si è guadagnato l’accesso al gruppo ristretto dei sei contendenti alla vittoria assoluta. Tuttavia ha conquistato la simpatia ed il consenso oltre che di molti giudici anche di molti degli altri concorrenti arrivati dal resto del mondo. In tanti hanno voluto saperne di più del progetto "tricolore", che nel corso dello "showcase" finale è stato tra i più visitati. Ma per i ragazzi dell’equipe - Alessandro Verona, Ivano Zanello, Marco Amato, tutti di 26 anni, ed Elisa Buttussi di 20, oltre al loro accompagnatore, Fabio Buttussi, fratello di Elisa, finalista in Giappone all’Imagine Cup del 2005 e oggi docente a contratto all’università di Udine - quella egiziana è stata solo una parentesi: il loro software, "PaTa-Track" (acronimo che sta per Park Tailored Trackers) ha già attirato l’attenzione di molti enti che pensano già di poterlo utilizzare per programmi educativi nei parchi o come una sorta di evoluzione delle audioguide già in uso in molti musei.

UN GIOCO CHE INSEGNA - Tra quanti già si sono fatti avanti c‘è anche la sede regionale dell‘Istituto italiano dei castelli, che sta valutando il come poterlo utilizzare per la valorizzazione dei propri patrimoni artistici. L’applicazione - che si basa su un sistema gps che permette in tempo reale di individuare la propria posizione su un terreno tramite una mappa scaricata da Windows Virtual Earth e su cui sono state piazzate le diverse tappe della caccia al tesoro (che corrispondono a punti di interesse o prove da superare) - si presta anche a utilizzi diversi da quelli ludici o educational. Piazzando sul tracciato informazioni e non prove da superare, "PaTa-Track" potrebbe diventare anche una sorta di "navigatore" a sfondo culturale, capace di indicare un percorso da compiere o di fornire materiale di approfondimento su elementi di particolare rilievo che si incontrano nel corso della visita. "Chi imposta il gioco, sia esso un insegnante, un educatore, una guardia ecologica o il responsabile di un giardino pubblico o di un parco dei divertimenti, può decidere di inserire tutte le prove o le informazioni che desidera in corrispondenza di diversi punti della mappa - spiega Elisa Buttussi -. Inoltre grazie al gps ogni giocatore può vedere cosa fanno i concorrenti o, in caso di necessità, può essere immediatamente rintracciato in qualunque angolo del parco".

L'AMBIENTE SI RISPETTA GIOCANDO - Nella versione presentata al Cairo, il software punta essenzialmente a far capire ai bambini l’importanza dei comportamenti individuali nella tutela dell’ambiente. Con un sistema di bonus e penalizzazioni, i piccoli giocatori sono sollecitati a compiere le scelte più opportune, ottenendo punti quando queste si rivelano corrette (raccogliere dei rifiuti trovati, gettarli nel giusto contenitore della raccolta differenziata, non toccare rifiuti pericolosi ma avvisare i responsabili dle parco, etc…) e vedendoseli sottrarre in caso di risposta sbagliata (ma in questo caso arriva il suggerimento fuori campo di Willy che spiega quale sia il comportamento più idoneo). "E’ stata comunque una grande esperienza - dicono soddisfatti i ragazzi friulani -. E già stiamo pensando di riprovarci il prossimo anno".

L'ITALIA TIENE IL PASSO - All’edizione del 2010 sta già pensando anche Mauro Minella, Accademic developer evangelist di Microsoft e responsabile italiano per Imagine Cup: "Il risultato veramente positivo per l’Italia - spiega - è che questo progetto è stato solo uno degli oltre 40 provenienti da tutte le regioni che hanno partecipato alla finale nazionale di Padova. Un risultato notevole che dimostra come il livello di preparazione e di coinvolgimento dei nostri ragazzi sia piuttosto buono". Minella non ha dubbi: "Tutti i progetti valutati dalla giuria del Cairo hanno ottenuto ottimi riscontri e nell’attribuzione dei punteggi tra i primi e gli ultimi c’è stata una varianza veramente minima". Come dire: chi ha vinto lo ha fatto per una questione di decimali. "Non a caso - ricorda ancora il "team manager" italiano - il nostro Paese vanta anche una vittoria nell’albo d’oro della manifestazione". E’ quella del 2006, in India, quando un progetto del Politecnico di Torino si impose su tutti gli altri. Il team leader di quell’equipe, Giorgio Sardo, era a sua volta al Cairo in questa edizione 2009, per il secondo anno consecutivo nel ruolo di giudice. "Il livello dei partecipanti si è notevolmente alzato - conferma Giorgio, che subito dopo la laurea, a 23 anni, ha iniziato a lavorare con la società fondata da Bill Gates - e attribuire i voti davvero non è stato semplice. Anche per questo bisogna essere soddisfatti dell’essere arrivati fin qui".

DALL'IDEA AL BUSINESS - Resta ora ai ragazzi la scelta sul che fare d'ora in avanti. La proprietà intellettuale di tutti i progetti in gara resta infatti a coloro che li hanno creati e sta a loro decidere se e come dare un futuro a idee e soluzioni che hanno richiesto lunghi mesi di lavoro. Dallo sviluppo di un’idea alla nascita di un vero e proprio business il passaggio non è semplice, soprattutto per giovani che non hanno troppa dimestichezza con organizzazione aziendale e business plan. "Ormai le università italiane sono pronte per affiancare gli studenti in questo processo di evoluzione - sottolinea però Minella, un habitué degli atenei italiani dove è spesso invitato per seminari sulle nuove tecnologie -. Gli incubatori fanno la loro parte e sempre più spesso assistiamo a start up che affondano le radici proprio in contesti accademici". La strada, insomma, è tracciata.

08 luglio 2009(ultima modifica: 09 luglio 2009)

 

 

 

 

E gli alimentatori a idrogeno laureano un’azienda torinese "start up dell’anno"

Giochi di ruolo gps e parcheggi via web Ecco le tecno-idee per salvare il mondo

Imagine Cup 2009, per la terza volta un team friulano rappresenta l’Italia alla finale mondiale del software

Dal nostro inviato Alessandro Sala

Il team di Udine vincitore delle selezioni italiane della Imagine Cup

Il team di Udine vincitore delle selezioni italiane della Imagine Cup

PADOVA – Dalla piramide di cristallo del Louvre a quelle millenarie che sorgono tra le sabbie di Giza. L’Imagine Cup, il contest tecnologico di Microsoft che coinvolge gli studenti universitari di tutto il mondo nello sviluppo di nuove applicazioni informatiche, arriva alla settima edizione e fa partire il conto alla rovescia per la finale mondiale, che si svolgerà ai primi di luglio al Cairo. E ancora una volta a rappresentare l’Italia ci sarà un team dell’Università di Udine, che già aveva vinto le selezioni italiane lo scorso anno e nel 2005 e che oggi si riconferma una delle più attive fabbriche dei cervelli del Paese. Marco Amato, Elisa Buttussi, Alessandro Verona e Ivano Zanello – aka team "Pata-Track", lo stesso nome con cui il software è stato ribattezzato - hanno vinto nella categoria del "software design", la più importante tra le nove in cui è strutturata la competizione, e hanno così raccolto il testimone dai loro colleghi del team "Blassreiter" (Andrea Calligaris, Denis Roman Fulin, Marco Petrucco e Mauro De Biasio) che lo scorso anno tennero alto l’onore del nostro Paese all’ombra della Tour Eiffel.

"SINERGIE SOTTOVALUTATE" - Da Parigi – sede della finale 2008 - all’Egitto, dunque. La sfida non sarà semplice: alla kermesse partecipano 300 mila studenti dai cinque continenti ed essendo selezionati solo i migliori tra loro il livello di creatività è sempre particolarmente elevato. Difficile ma non impossibile, tuttavia: l’Italia vanta già una vittoria iridata nel proprio palmares, conquistata nel 2006, quando in India trionfò un team del Politecnico di Torino.

Alcune schermata di come si presenta il gioco di ruolo gps 'Pata-Track'

Alcune schermata di come si presenta il gioco di ruolo gps "Pata-Track"

Segno che in questo campo la preparazione e l’inventiva degli studenti italiani non hanno nulla da invidiare a quelle dei loro omologhi del resto del mondo. "Il vero problema – commenta Carlo Iantorno, direttore Innovazione e Responsabilità sociale di Microsoft Italia – è che da noi è ancora troppo sottovalutato il valore di una sinergia tra pubblico e privato, tra ricerca e impresa. Ci sono però segnali di cambiamento e le potenzialità non mancano".

OBIETTIVO START UP - La proclamazione dei vincitori delle selezioni italiane è stata inserita non a caso nel contesto della giornata Prima Impresa, nel programma del Forum della ricerca e dell’innovazione di Padova: un’occasione per parlare di imprenditoria giovanile e del connubio tra il mondo delle università e il mercato, da cui sono stati generati i cosiddetti "business incubator", i programmi di sostegno alle imprese di nuova formazione (forniscono consulenze sul business plan, sull’organizzazione, sugli aspetti fiscali, sugli aggiornamenti tecnologici) che sempre più spesso nascono in ambienti accademici e che per le nuove aziende si trasformano in partner in grado di determinare il successo dell’attività.

Il team della Bicocca di Milano presenta il progetto Motion Studio

Il team della Bicocca di Milano presenta il progetto Motion Studio

Ed è per questo che nella sala Ippolito Nievo di Palazzo Bo, storica sede dell’università patavina, i riflettori si sono accesi anche sulle "start up dell’anno", le aziende nuove e innovative che anche in questo periodo di crisi possono essere le pietre su cui fondare il rilancio dell’economia italiana. Il premio da diecimila euro promosso da PNI Cube – ma ancor di più conta il riconoscimento per la validità del progetto realizzato – è andato alla Electro Power Systems di Torino, che in soli quattro anni dalla fondazione è diventata leader di mercato nel settori dei sistemi a fuel cell (basati sull’idrogeno, ovvero un’energia pulita e di più pratica gestione rispetto alle batterie al piombo o ai generatori a gasolio) per il backup energetico, ovvero per garantire la continuità nella fornitura di energia a tutti quei servizi – dai ripetitori della telefonia cellulare alle reti di comunicazione delle forze dell’ordine – che non possono permettersi blackout.

CACCIA AL TESORO 2.0 - Quanto all’Imagine Cup, il software che ha consentito ai ragazzi di Udine di accedere alla finale mondiale ha un nome che sembra un gioco, Pata-Track. Ed è in realtà esso stesso un gioco. Meglio: un serious game, un’applicazione ludica ma con finalità educative. Il tema di quest’anno, del resto, era probabilmente il più ambizioso tra quelli scelti nelle diverse edizioni della gara: i progetti presentati avrebbero dovuto infatti essere ispirati a uno degli otto obiettivi del millennio delle Nazioni Unite . E il team di Pata-Track ha pensato di puntare su quello della sostenibilità ambientale, coinvolgendo in particolare i bambini: grazie a telefoni palmari dotati di gps, i ragazzini divisi in squadre possono sfidarsi in quella che si potrebbe definire una caccia al tesoro 2.0, una gara di orienteering con il cellulare al posto di cartina e bussola, che permette loro di andare alla scoperta di un parco, un bosco, un ambiente naturale e di sfidarsi in quiz sui temi dell’ambiente e della natura o di compiere azioni ecologicamente corrette.

Adriano Marconetto, ceo della Electro Power System premiata come 'Start up dell'anno'

Adriano Marconetto, ceo della Electro Power System premiata come "Start up dell'anno"

A guidare i ragazzi c’è Willy, l’aquilotto mascotte, che concede punti-bonus per ogni risposta esatta o per ogni azione ben compiuta (e ne toglierà in caso contrario). A questo si aggiungono informazioni sui luoghi e su elementi che si possono trovare all’interno del parco: monumenti, piante rare, recinti di animali. Un’applicazione che potrà prevedere ulteriori implementazioni ed essere utilizzata anche dagli adulti come fosse un’evoluzione multimediale delle audio guide in uso ad esempio nei musei.

CAR POOLING E WEB-FISIOTERAPIA - Sempre di salvaguardia ambientale si occupa il progetto del team "Error404" dell’università Federico II di Napoli, "Lift4U", un sistema che punta a realizzare un sistema di car pooling su vasta scala attraverso i social network, con un’applicazione software che consente a più utenti di condividere un itinerario comune sfruttando una sola vettura. Il tutto si basa su un meccanismo di messaggi di notifiche e conferme che si innesca dopo l’indicazione dell’itinerario desiderato: qualora le richieste degli utenti combacino, il programma "riempie" i veicoli e stabilisce gli itinerari evitando che più persone sole viaggino nella stessa direzione ciascuna con il proprio automezzo, riducendo così il numero delle auto in circolazione e di conseguenza il traffico e le emissioni di gas. Il progetto si è classificato al secondo posto e ha preceduto "Motion Studio", il software creato dal team "Motus" dell’università di Milano Bicocca che permetterà ai fisioterapisti di seguire in remoto gli esercizi di riabilitazione dei propri pazienti, soprattutto quelli più anziani, grazie ad una web cam e ad un sistema di sensori applicati in diversi punti del corpo: alcuni algoritmi elaborano i movimenti e forniscono al professionista o all’istruttore indicazioni precise su come l’attività di riabilitazione (ma anche esercizi ginnici finalizzati ad esempio alla perdita di peso) viene portata avanti in ambienti domestici.

GLI ALTRI PROGETTI - Molte, in ogni caso, le idee sviluppate nei diversi atenei e arrivate alla finale italiana: dal sistema di e-parking per individuare in tempi brevi il posto auto libero più vicino, evitando giri a vuoto e inutili consumi di carburante (team "Project1", Napoli) al generatore di interfacce 3D "Explorer 360" per rendere più accattivante la navigazione web e invogliare maggiormente gli studenti ad avvicinarsi allo studio e alla Rete (team "Blassreiters", Udine); dal "Green Monitor" per valutare il consumo energetico dei diversi programmi software presenti nel proprio computer (team "Green Lines, Pisa) al programma "Hometown" (Davide Semenzin, Padova) per consentire ai cittadini di interagire tra loro e con le forze dell’ordine per segnalare le zone più critiche per la sicurezza pubblica (presenza di malintenzionati, casi di aggressione, etc...) di un centro abitato al diario virtuale "SizeMyLife" (team "Ocdstudio", Milano) che tiene conto di percorsi effettuati, fotografie scattate, sms inviati, note, appunti e qualunque altra operazione effettuata con un device mobile, lasciando la libertà all’utente di condividere il tutto o una parte in modalità socialnetworking.

LA CHIAVE DEL BUSINESS - "Ogni anno registriamo un ottimo livello tecnico dei partecipanti" commenta Emanuele Arpini, coordinatore dell’Imagine Cup e responsabile italiano di Biz Spark, il nuovo progetto di Microsoft che si propone di affiancare le start up offrendo loro software gratuito e supporto fino alla possibilità di diventare partner della compagnia . Molte delle applicazioni presentate potrebbero essere ulteriormente sviluppate e diventare la base per nuovi business. Gli incubatori e i parchi scientifici sono un punto di riferimento importante per i giovani che vogliono avviare una propria attività. E le nuove tecnologie sono la chiave per entrare a testa alta nel mercato".

 

08 maggio 2009(ultima modifica: 10 maggio 2009)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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